Web e social, oltre 35% degli studenti non teme conseguenze delle proprie azioni on line
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Web e social, oltre 35% degli studenti non teme conseguenze delle proprie azioni on line

Presentata la ricerca realizzata da Polizia Postale e Università La Sapienza per indagare sui comportamenti dei giovani in rete

E’ stata presentata a Roma l’8 giugno la ricerca realizzata nell’ambito del progetto “Quanto Condividi”, nato dalla sinergia fra l’Unità di Analisi dei Crimini Informatici del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia on-line (CNCPO) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, il Dipartimento di Psicologia, Sapienza Università di Roma e il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.

 La ricerca, condotta con la collaborazione di Focus Group, ha previsto la somministrazione di un questionario anonimo “E tu quanto #CONDIVIDI?”,appositamente costruito utilizzando brevi storie che rappresentano casi realmente accaduti, giunti all’attenzione della Polizia Postale e trattati dal Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, in quanto reati commessi a mezzo internet.

 L’obiettivo è stato quello di sottoporre agli studenti delle scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado alcuni comportamenti, configuranti diverse fattispecie di reato, attuati da loro coetanei, in modo da poter esplorare le loro reazioni e le loro convinzioni.

 Ai ragazzi che hanno partecipato all’indagine è stato chiesto quale fosse il loro rapporto con i social network, poi sono stati invitati a leggere gli scenari e per ognuno, a rispondere ad alcune domande inerenti la veridicità della storia, il grado di gravità, se erano state o meno violate delle leggi. Sono stati selezionati cinque casi di reati on-line compiuti da minori, arrivati all’attenzione del CNCPO e della Polizia Postale, che riguardano azioni compiute da minori autori di reato. Ogni storia è stata presentata con nomi fittizi e scevra da qualsiasi riferimento al relativo procedimento penale. Il questionario era finalizzato a indagare due diversi aspetti: sia le “abitudini” di utilizzo e di condivisione, da parte dei ragazzi, di vari materiali (messaggi, foto, video, notizie) sui diversi social (facebook, instagram, twitter ed altri), sia analizzare e capire quanto i minori siano consapevoli dei reati informatici che essi stessi possono compiere o subire e delle possibili implicazioni dei loro comportamenti.

 Dai risultati dell’indagine vengono ammessi comportamenti di vendetta ed è stata chiaramente evidenziata una separazione fra aspetti cognitivi, in base ai quali i ragazzi riconoscono determinati meccanismi di fondo e quelli emotivi che determinano una illusione che le cose accadano sempre agli altri, che abbiano scarse conseguenze, che non provochino sofferenza e che in fondo si rappresentino quasi come un gioco con effetti del tutto reversibili.

 L’indagine ha riguardato 1.874 ragazzi tra gli 11 e i 19 anni: la maggior parte di loro utilizza i social network per varie ore dal telefonino. In testa c'è Whatsapp, con 9 ragazzi su 10 che dichiarano di farne uso, cinque su 10 preferiscono Instagram, mentre solo uno su dieci usa Twitter. Quanto ai motivi, la maggior parte di loro (6 su 10) afferma di utilizzarli per socializzare o per semplice curiosità, condividendo soprattutto messaggi e foto (6 su 10) e video e notizie (2 su dieci) ma in pochi si pongono la domanda su dove finisca il materiale (solo il 35% dei ragazzi dei licei ha risposto con l’opzione “tutti” alla domanda “A chi è accessibile il materiale che condividi?”, mentre il 37 % dei ragazzi delle medie ha risposto “solo destinatario”.

 In base ai risultati dell’indagine è stato costruito il toolkit” per la formazione Safe Web - validato dal Comitato Scientifico del Centro Studi FAR.Web (Centro Studi per la Formazione, Analisi criminologica e la Ricerca) diretto dal Pref. Roberto Sgalla, Direttore Centrale della Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato e presieduto dalla Prof.sa Anna Maria Giannini, con la partecipazione del Prof. Massimo Ammaniti, della Prof.sa Rita Scardaccione, della Prof.sa Anna Costanza Baldry, del Prof. Nicolais, del Prof. Violani, del Prof. Ferracuti e del Vice Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, Prof. Pietro Stampa – basato sull’osservazione e azione per la protezione degli studenti in rete con l’aiuto e la collaborazione della Polizia di Stato, costituito da linguaggi e strumenti focalizzati proprio sulla conoscenza degli aspetti razionali, cognitivi ed emotivi, utili per coloro che effettueranno programmi di educazione in tema di reati in rete. L’obiettivo generale è essere di aiuto, aumentando le strategie di auto-protezione e potenziando le sinergie fra adulti, così da poter fornire una educazione emotiva ai giovani navigatori della rete che appaiono incredibilmente abili nel muoversi sui servizi della rete e che mostrano le loro fragilità quando si misurano con la sofferenza degli altri e con le gravi conseguenze concrete di azioni virtuali.

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