Ragazzi - Youth Panel Italia - giovedì, 30 maggio 2019

Sexting: “l’hai mai fatto?”

Marche



Con l’espressione sexting, composto dai vocaboli inglesi sex (sesso) e texting (inviare messaggi elettronici), si indica l'invio di messaggi, testi o/e immagini sessualmente espliciti, maggiormente tramite il cellulare o altri mezzi informatici.                                                                                                     Questo termine fu utilizzato per la prima volta in un articolo di una rivista australiana “Sunday Telegraph Magazine”, nel 2005.                                                                                                                    Questo fenomeno può essere suddiviso in diversi tipi: scambio di immagini e testi solo tra due partner; scambi di immagini e testi che non coinvolgono solo i due partner ma sono condivisi con altri soggetti estranei alla relazione o tra soggetti che non intrattengono ancora una relazione ma dove almeno una delle due parti vorrebbe averla.                                                                                                      Il sexting, diventato quasi una moda fra i giovani, consiste nello scambio di messaggi sessualmente espliciti e di foto e video a sfondo sessuale, realizzate con il telefono cellulare, o nella loro pubblicazione tramite social network o/e applicazioni. Queste immagini, anche se inviate inizialmente a un piccolo gruppo di persone, in seguito si possono diffondere in modo incontrollabile, creando problemi alla persona interessata.                                                                       Un esempio ne è una ragazza di Torino: lei ha inviato una sua foto provocante al fidanzato, convinta che rimanga tra di loro, invece il ragazzo inizia una vera e propria catena d'invii con tutti i suoi amici e compagni di scuola, portando la ragazza in forte depressione.                                                                                    Nel congresso nazionale del Simpef (Sindacato nazionale medici pediatri di famiglia) con l’utilizzo dei dati di un sondaggio online circa il 74% degli adolescenti maschi e il 37% delle adolescenti femmine ricorrono al web per fare, vedere e sapere tutto sul sesso, compresa la ricerca del partner.  Il sessuologo Maurizio Bini, direttore del Centro riproduzione e del Centro dell'Osservatorio nazionale sull'identità di genere all'Ospedale Niguarda di Milano, ha affermato che il 25% degli adolescenti pratica il sexting in maniera irresponsabile per le conseguenze, inviando le proprie immagini a più persone. Questo, afferma il Dottore, è un comportamento rischioso per lo sviluppo dell'identità sessuale sia del mittente che del destinatario.                                                                                                      Il sexting è visto dai giovani d’oggi come un gioco provocante e per attirare attenzione su di se, perché pensano che sia l'unico modo per essere accettati da una società in cui l'unica cosa che conta è apparire. La maggior parte di questi ragazzi è inconsapevole del fatto che sta scambiando materiale pedopornografico, con il rischio di venire a contatto con pericolosi pedofili.                     La produzione e lo scambio delle proprie immagini sessuali, anche se si è consenzienti e consapevoli, sono punite dalla legge con l'accusa di pornografia minorile. Usando il web, i ragazzi pensano di non correre rischi perché non coinvolti davvero "fisicamente" ma questo non è assolutamente vero poiché i rischi sono gli stessi, a cominciare dalla frequentazione di siti pornografici e dell'effetto dannoso che, secondo i pediatri, hanno sulla "formazione sessuale" degli adolescenti.

 

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