Social e adolescenti: quando la bellezza non basta mai
Puglia
Varie indagini mostrano il legame tra Instagram e la depressione.
Si parla di nativi digitali, di cyberbullismo e di adolescenti che dedicano la loro vita al cellulare, ma pochi sanno cosa si cela dietro le immagini condivise sui social.
Come dimostra l’indagine condotta dalla Royal Society, è in grande aumento il numero degli adolescenti con disturbi psicologici causati dall’elevato utilizzo di social dove si richiede la condivisione di immagini.
Parliamo di un’età in cui in generale vi è una ricerca del proprio essere, attraverso l’apparenza. Sono soprattutto Instagram e Snapchat a causare queste situazioni, proprio perché sono strettamente legati all’esteriorità.
Tutto ciò è dato dall’eccessiva fragilità della mentalità dell’adolescente, che spesso ambisce a diventare come i personaggi famosi che si vedono su Instagram, senza capire che spesso si tratta di immagini modificate, che non hanno niente a che fare con la realtà.
Sono tanti gli adolescenti che si reputano forti perché hanno un gran numero di mi piace su Facebook. Gli studi, però, dimostrano il contrario: più la nostra vita si lega ad un like, più la nostra autostima diminuirà. Allo stesso modo, Instagram può rappresentare una maschera per nascondere la depressione.
L’esempio più rappresentativo è Alex Silver Fagan, star di Instagram, che a @vanityfair.it ha parlato della sua lotta contro la depressione e di quanto sia stato difficile mostrarsi felice sui social
La situazione sembra che stia per cambiare. Lo scopo di Instagram è infatti quello di “essere un posto sicuro”, come dice Michelle Napchan, capa delle policy dell’app per Europa, Nord Africa e Medio Oriente. In realtà sono molti i progetti fatti dai dirigenti di Instagram per risolvere il problema: tra quelli più importanti ricordiamo la creazione di un computer che può individuare le persone depresse attraverso alcuni indizi nelle foto pubblicate.
L’intervento dei dirigenti, però, non può bastare. Si rende necessaria, infatti, la presenza della scuola e dei genitori degli adolescenti per far sì che essi prendano coscienza di quanto Internet possa distorcere la realtà.