Ragazzi - Youth Panel Italia - mercoledì, 8 luglio 2020

E io, come sto?

trentino-Alto Adige



“Hey!”

“Hey”

“Come stai?”

“Bene tu?”

Quante volte hai iniziato una chat in questo modo? Ma quante volte ti sei chiesto veramente:

“E io, come sto?”?

Fermarsi un attimo, pensare alla propria situazione, domandarsi se stiamo veramente bene o se è solamente un modo per farla breve e passare subito allo scambio dei compiti di matematica… Non sono atti di egocentrismo, anzi. Ognuno di noi, di tanto in tanto, dovrebbe proprio provare a fare questa piccola “analisi introspettiva”. A dire “introspettiva” potrebbe anche sembrare un controllo un po’ invasivo dal dottore, ma vi assicuro che, alla fine dei conti, basta davvero poco. Giusto due parole e un piccolo momento di riflessione: COME STO?

Ora più che mai, utilizziamo Internet per rimanere connessi con i nostri amici, i parenti o i compagni di classe; anche la didattica si è spostata online, adattandosi a queste nuove dinamiche. Se prima potevamo evitare di prendere in mano il telefono ogni ora per controllare i messaggi, adesso è diventata quasi una prassi. Ciò che ancora non è di prassi, invece, è cercare di dare un significato a quella frase che ognuno di noi avrà ripetuto un’infinità di volte tra i primi messaggi della chat: “Io tutto bene grazie”.

Se va tutto bene, perché ti stai annoiando a morte a casa? O magari è il contrario, sei sommerso dalle cose da fare e non trovi un momento di respiro: ma va ancora tutto bene? E va tutto bene anche quando accendi per un attimo la TV e ti rendi conto solo dopo qualche minuto che quella serie TV distopica è in realtà il telegiornale?

Forse dovremmo ampliare un po’ quello che intendiamo con “stare bene”, soprattutto in queste circostanze tanto anomale quanto frustranti per tutti noi. Quando ci viene chiesto come stiamo, spesso rispondiamo di scatto, senza pensarci nemmeno. Ma forse un fondo di verità c’è, perché nonostante il distanziamento, i morti, il crollo dell’economia, le restrizioni, le mascherine, insomma… nonostante tutto ciò che il 2020 ha portato nelle nostre vite, ancora affermiamo spensierati - o forse speranzosi- “Io tutto bene”.

Mi piace pensare che in molti abbiamo realizzato che il bene sta proprio nelle più piccole cose, specialmente nella più scontata delle normalità. Ѐ bello passare del tempo con la propria famiglia, fare dei giochi da tavolo, dedicarsi ai lavori di casa, costruire un orto insieme, imparare a cucinare, o anche solo chiacchierare. Ѐ bello vedere gli amici in videochiamata, annoiarsi con loro perché, insomma, non accade mai nulla di nuovo… ma soprattutto ridere, scherzare, festeggiare compleanni e capire che senza di loro la tua vita sarebbe davvero vuota. Ѐ bello fare scuola senza alzarsi alle sei di mattina per prendere il bus (anche se forse lo preferirei), fare colazione durante l’appello e beh, è il momento di ammetterlo, andare al bagno senza chiedere il permesso. Ѐ bello vedere il cielo pulito, sentire il profumo del bosco sempre più verde, ascoltare il silenzio sulla strada che prima era sempre trafficata. Ѐ bello rendersi conto che il tempo passa velocemente, troppo, e che quindi è necessario cogliere ogni attimo, anche il più banale.

Ora tocca a te: come stai?

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