Il 30% dei giovani passa più di 5 ore online: la ricerca 2023
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Il 30% dei giovani passa più di 5 ore online: la ricerca 2023

I risultati della ricerca condotta da skuola.net, UniFirenze e La Sapienza per Generazioni Connesse

Il 7 febbraio 2023 abbiamo celebrato i 20 anni del Safer Internet Day 2023: l’obiettivo della Giornata è riflettere sui rischi e le opportunità della Rete con i protagonisti della comunità scolastica, (in primis studenti e docenti), insieme a stakeholders pubblici e privati.

Per farlo, quest’anno è stato organizzato un evento ibrido: sono 200 le studentesse e gli studenti che hanno partecipato in presenza da “Officine Farneto”, e in contemporanea in tantissimi si sono collegati dalle scuole per seguirci in streaming sui canali del Ministero dell’Istruzione e sul nostro sito.

Alla base delle riflessioni della Giornata, la ricerca realizzata da Generazioni Connesse sulla quantità e sulla qualità delle ore passate in Rete dalle ragazze e dai ragazzi in Italia, che quest’anno ha coinvolto 3.488 studentesse e studenti delle Scuole secondarie di I e II grado.


Lo svago è ciò che porta i più giovani sui social network, ma in tantissimi hanno ricreato sulle piattaforme una sorta di microcosmo digitale. Tra chi usa Internet per informarsi, 4 su 10 lo fanno attraverso il feed social, mentre solo 1 su 4 si orienta principalmente verso i siti di news. Fari puntati sull’Intelligenza Artificiale: 2 su 3 la usano per generare contenuti, ma la fiducia nell’algoritmo spesso è eccessiva. 

Dopo la pandemia, gli adolescenti hanno iniziato a ripensare il proprio rapporto con le nuove tecnologie, a partire dal tempo speso online e dalle finalità d’uso, sempre più costruttive e meno “ludiche”. Rispetto agli anni passati, c’è un’ulteriore diminuzione di coloro che affermano di essere connessi oltre 5 ore al giorno: oggi sono il 47%, contro il 54% del 2022 e il 77% del 2021. Non siamo ancora ai livelli di febbraio 2020, quando gli “iperconnessi” si fermavano alle soglie del 30% del campione, ma appare ormai alle spalle la tendenza dello scorso biennio. I tre argomenti principali che gli studenti vorrebbero maggiormente approfondire a scuola tramite l’Educazione digitale sono: come evitare di stare troppo tempo online, la difesa della propria privacy e la capacità di riconoscere le fake news.

Sta cambiando, poi, il comportamento adottato sui social network. La parte di intrattenimento rimane preminente: 2 su 3 li usano per restare in contatto con gli altri, 1 su 2 per seguire creator e influencer. Ad esempio, tra quanti si informano sull’attualità tramite il web - ovvero il 94% del campione analizzato - la maggior parte (39,5%, circa 4 su 10) utilizza proprio i social network come fonte primaria. Solo 1 su 4 (26,3%) si rivolge prioritariamente ai siti di notizie. Ciò dovrebbe spingere a intensificare gli sforzi nella lotta alle fake news. A ogni modo, c’è anche chi va oltre, c’è persino chi sulle piattaforme investe sul proprio futuro: se, complessivamente, quasi 1 su 5 (18%) parallelamente agli studi dice di svolgere anche piccole attività lavorative, tra questi poco meno di un terzo (5%) ha deciso di puntare sul digitale. La porzione più consistente si è orientata proprio sui social media, ad esempio creando pagine personali, dal carattere anche commerciale, o gestendo pagine social di altri. Il 51% pensa che quella possa diventare, un domani, un’occupazione a tempo pieno.

Non mancano le criticità; perché se il comportamento online delle nuove generazioni - Zeta e Alpha - sembra essersi evoluto, i rischi sono sempre dietro l’angolo. Oltre 8 giovani su 10, infatti, accettano di buon grado che siti web e piattaforme possano influenzare il loro modo di conoscere il mondo: il 44,7% è tendenzialmente d’accordo, il 37,8% fortemente d’accordo, appena il 17,6% si mostra scettico rispetto a tale limitazione. Insomma, in tanti si affidano agli algoritmi, anche se circa 1 ragazzo su 2 (48%) non ha la minima idea di come funzionino.  


Tra gli intervistati, 2 su 3 hanno già sperimentato l’Intelligenza Artificiale per creare testi vari da utilizzare per lo studio o per usi personali. Nonostante, analogamente a quanto avviene per l’algoritmo dei social, il 45% degli intervistati non ne abbia approfondito il funzionamento e circa 1 su 10 non mostri interesse a farlo neanche in futuro.

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