Ragazzi - Youth Panel Italia - giovedì, 11 giugno 2020

La vita e la scuola ai tempi del coronavirus

Puglia



 

Da sempre la tecnologia è stata parte integrante della nostra quotidianità, mezzo di rapida comunicazione, fedele compagna nella risoluzione dei molteplici problemi che dominano le nostre vite. In particolare, in questo periodo difficile in cui regnano solitudine e paura, le tecnologie ci permettono di rimanere in contatto con il mondo, scoprendo le novità riguardo il clima di ansia e preoccupazione che si respirano nelle nostre case, a causa del virus che continua a colpire ogni giorno migliaia di italiani. Restiamo impotenti dinanzi a questa insolita situazione che non riusciamo a pieno ad affrontare. Restiamo rinchiusi in quattro mura, ignari del futuro e delle possibili conseguenze che saremo costretti a subire. Restiamo gelati, bloccati ad osservare ciò che accade senza poter fare nulla per evitarlo se non chiudendo le porte delle nostre case e aspettando che questo incubo finisca. Siamo, d’altra parte, fortunati in quanto viviamo in un’ epoca in cui le tecnologie sono il nostro pane quotidiano e ci aiutano a rompere la monotonia, dovuta a queste interminabili giornate. Pensiamo ai nostri nonni a cui era stato chiesto di andare in guerra: di certo i loro cari non potevano sentirli tutti giorni; si scambiavano di rado qualche lettera non sapendo se mai potesse arrivare, aspettando con ansia una risposta che spesso tardava. Oggi invece, immersi nelle comodità delle nostre case, perdiamo di vista il vero senso di tutta questa situazione, lamentandoci dei “sacrifici” che facciamo, talvolta, infrangendo le regole. Non siamo, infatti, coscienti della fortuna che abbiamo nel vivere assistiti dalle tecnologie. Fermiamoci a riflettere a quanto queste ci aiutino: possiamo comunicare facilmente con i nostri cari, possiamo guardare film, ascoltare musica, navigare sui social e, addirittura, seguire lezioni

online. È infatti ciò che negli ultimi giorni stiamo affrontando: ci siamo calati in una nuova esperienza che mai avremmo pensato di poter toccare con mano. Le nostre giornate sembrano quasi tornate alla normalità: ovviamente non andiamo a scuola, è la scuola che entra nelle nostre case. Fortunati è la parola giusta e la buona volontà dei docenti ci aiuta a non perdere di vista i nostri obiettivi, conseguendo gli studi in maniera alternativa. Ogni giorno ci catapultiamo dal letto solo cinque minuti prima che il professore inizi la videolezione sulla piattaforma. Ancora un po’ storditi ci ritroviamo a parlare di Shakespeare, di Foscolo, delle equazioni goniometriche. Nel frattempo c’è chi continua a dormire con la videocamera spenta, chi mangia abbassando il cucchiaio nella speranza di non essere notato e chi, invece, dimentica il microfono acceso pronunciando, di tanto in tanto, qualche commento che viene inevitabilmente ascoltato. Tra i professori, c’è chi è più tecnologico e chi lo è di meno, ritrovandosi ad inquadrare solo una parte del proprio viso: chi solo gli occhi, chi il naso, chi l’orecchio e chi, invece, ci mostra fiero il suo animale domestico, parlando con lui. Il modo di affrontare le giornate scolastiche è decisamente cambiato, ma il volto di chi ci ha accompagnato è sempre presente e continua ad accompagnarci in un percorso fondamentale della nostra vita. Il calore di chi, come noi, affronta questa situazione con il sorriso e ci aiuta a vivere le nostre giornate più serenamente, nell’attesa del giorno in cui ritorneremo ad abbracciarci. Pensando in positivo, questa esperienza ci fa comprendere quanto le nostre vite siano belle, di quante comodità siamo dotati e quanto non siano scontati i particolari, anche

quelli più banali, che rendono perfetta la nostra vita. L’augurio è che tutti possano vivere questo periodo di assestamento in una profonda riflessione interiore di crescita e di consapevolezza, attraverso la difficile prova che ci è stata commissionata.

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